Quaderni Continentali è un viaggio dentro latitudini e longitudini del Vecchio Continente, che ha identità marcate e in divenire.
Oggi siamo dentro un periodo di forte trasformazione, per le tensioni della geopolitica e per i forti cambiamenti nelle politiche dello storico alleato atlantico.
La guerra in Ucraina ha riportato alla memoria il sanguinoso Novecento, ma con implicazioni divisive fra propaganda e interessi economici, materie prime, profitti energetici.
Di fronte a tutto questo, come spiega lo storico David Bidussa, “noi riusciamo a pensare all’Europa solamente quando siamo presi dal panico, che è quella condizione dove tu non sei più quello che hai raccontato di essere, ma vorresti tornare a essere una cosa che non c’è più. Come quando cadde il Sacro Romano Impero.
Oggi siamo di nuovo tornati in una condizione di panico che ci fa pensare che abbiamo bisogno di qualcosa che formalmente esiste, ma a cui non abbiamo mai pensato compiutamente in termini di struttura, perché, appunto, vinceva l’idea che il futuro era tuo e quelli dall’altra parte erano solamente il passato”.
C’è un noi e c’è un loro, ma questo noi, alla fine, non siamo ancora riusciti a costruirlo in maniera compiuta.
Il viaggio di Manuel Cicchetti nei territori europei e le sue fotografie in questi Quderni Continentali ci dicono che l’identità mutevole e in trasformazione esiste e che è un dato radicato. L’Europa c’è.
Eppure, troppo spesso, subentra quell’egoismo tipico dello stato nazione che il filosofo Rubert de Ventoz spiegava attraverso la parola ‘noi’ in spagnolo. Nosotros, cioè no a otros, cioè esclusione, muro, diaframma.
Ecco: questi quaderni vanno in una direzione diversa, quella dell’osservazione, dela curiosità, dell’interrogarsi su come far emergere in un unico disegno le infinità di fili che sono già intrecciati, le sonorità che già vibrano per simpatia e che troppo spesso non vengono ascoltate.